Buio di fretta
Buio. Buio che è notte.
Una ragazza che dorme. Io!
Buio leggero, in punta di piedi. La sua mano su di me.
Uffa, ma chi è?
Buio gentile e discreto. Sveglia! è il suo messaggio.
Sì, sì, ho capito: ora mi alzo.
Buio di fretta.
Resta ancora un po’.
Non posso.
Buio ancora per poco. Buio che è già mattina.
E poi profumo di lenzuola pulite, delle salviettine struccanti che ho usato ieri e con cui ho impregnato il cuscino, dei miei morbidi capelli all’olio di semi di lino.
Eccomi!
Stendo una gamba nella parte fredda del letto lasciando l’altra in una plastica ed elegante posizione fetale (e non per fare la splendida, ma perché stirando la prima mi si è accavallato un nervo nello stinco che mi sta facendo un male boia.) Occhi ancora chiusi (in verità, leggermente strizzati dal dolore.) Nessun rumore attorno (se si eccettuano naturalmente i miei mugolii soffocati sotto le coperte.)
Sì, ora mi alzo.
Uno di quei giorni
Oggi è uno di quei giorni che stai lì a chiederti perché e una risposta, una vera, non ce l’hai.
E’ uno di quei giorni che non si sa mai.
Uno di quei giorni, come dire… quelli strani, sai?
Tanto strani che quasi quasi lascio il discorso a metà, tanto ormai
Non c’ho più voglia di stare lì a cercare un’altra rima con –ai.
Attesa
Pochi minuti ancora.
Mi accingo ad appostarmi nel punto che ho stabilito. Da lì potrò vederlo uscire senza essere vista.
Perfetto.
Ancora qualche passo e poi…
“Ahhhaaaaaaa!”
Riempio le mie narici di aria per riavermi un attimo dallo shock. Intercetto in lontananza i due gatti che mi hanno appena tagliato la strada, cercando di capire nel frattempo, se il mio urletto stridulo possa aver allertato qualcuno. Ma non mi pare di scorgere tracce di umana presenza.
Molto bene.
Torno quindi ad occuparmi della mia vita sentimentale non potendo fare a meno di roteare le mie innamorate pupille verso il cielo che, mi rendo conto solo adesso, è completamente nascosto da un terrificante damasco di nuvole temporalesche. Oltretutto, mi cingo in un abbraccio, che temperatura polare questa sera!
Ma non mi interessa.
In un gesto involontario però, mi ritrovo ad osservare le mie mani. Ma sì… dopotutto il viola mi dona. E poi, a guardarla bene, questa nuance un po’ livida ma terribilmente di moda fa pendant con la mia sciarpa color glicine.
“Ciao, Fernanda! A domani.”
Una voce femminile e dei passi spezzano la catena dei miei pensieri quando ancora non ho raggiunto la mia postazione.
“Oh, Vittorina. Ciao. Non ti avevo vista… Finito?”
Mentre la mia collega saltella gli ultimi gradini prima di guadagnare l’area parcheggio, mi rendo conto che i suoi occhi inquisitori dentro i miei sono un’inaudita ed insopportabile violazione della privacy.
Che si sia già sparsa la notizia della mia ridicola cotta adolescenziale?
Nel dubbio, le restituisco un’occhiata truce soffiando un po’ dal naso. Il mio chiaro intento è quello di metterle paura e Vittorina, in genere viscida e appiccicosa come la bava di una lumaca, va subito via rinunciando ad inutili spargimenti di sangue.
Di nuovo sola, mi affretto per nascondermi.
Ma quanto mancherà ormai alla fine della lezione? Di solito, è puntuale.
Le mie dita tremano in un modo indecoroso. E i denti… la smettessero di fare tutto ‘sto baccano.
Il mio cuore invece è una grancassa ad una festa di paese.
Tutt’a un tratto avverto dei rumori. Forse ci siamo.
Questi ultimi attimi sono un vortice che mi risucchia nell’incoscienza. Provo a restare lucida. Mi concentro su una foglia umidiccia che fluttua in cielo disegnando ampie curve sospinta dal vento.
Un attimo dopo ce l’ho lì, sfracellata sulla guancia.
Che schifo.
La afferro infastidita. La scaglio più lontano che posso…
Dritta come una freccia sul suo paltò.
Tre buoni propositi per la giornata
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Capire come funziona wordpress.
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Capire cosa c’è di sbagliato in me che non capisco come funziona wordpress.
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Fare finta di capire come funziona wordpress, se fallisco nei primi due punti.
Faccende canticchiate
Sì, stirare,
evitando le curve più dure, senza per questo cadere nelle mie paure, gentilmente molto fumo con amore.
Dolcemente stirare,
rallentando per poi accelerare, con un ritmo fluente di vita nel cuore, dolcemente senza strappi al maglione…
Silenzio
Ah! Doccia. Doccia battente, bollente, ubbidiente, cascante.
E acqua. Acqua, vapore, rumore, fragore, senza parole. Perché sotto l’acqua nessuno ti sente. E poi, anche quando, non si capirebbe niente.
Perciò silenzio.
Di acqua che scorre.
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E di me che penso all’acqua che scorre in silenzio.
Perché è solo questo a cui voglio pensare.
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