Le sue parole

Lo spazio tra me e le sue parole si accorciava sempre di più. Mi sembrava di poterle vedere sfrecciare, minuscole spade rabbiose e deluse lanciate per trafiggermi da parte a parte.
Rimasi immobile di fronte al pallore sdegnato di Kathy, sporcando la stanza con la mia sola presenza. Mi sentivo come ricoperto di sudicie e spesse croste di catrame, e capì che mai più avrei potuto scucirmi l’anima dal nero di miseria e arroganza di cui avevo imparato a vestirla.
Quando le lame diventarono troppo vicine, trattenni il respiro e le accolsi dentro di me, sperando che mi ferissero a morte. Il contraccolpo mi lasciò senza fiato e mi sembrò di impazzire. In quello stesso momento, dalla finestra una piccola luce tremante tagliò di netto il nero della stanza. Debolmente puntai Kathy, sfigurata dal dolore e capii di non poterlo sopportare.

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